Forse penserete che siamo di parte, ma non è forse vero che la tradizione sarda è quella che si caratterizza per essere la più variegata?
Tralasciando il fatto che probabilmente siamo gli unici ad avere un costume tipico diverso per ogni paese, anche l’artigianato non scherza!
Abbiamo una tradizione nella lavorazione del Sughero (inserire link articolo), del legno, del vetro…e della ceramica!
Chi non conosce le splendide ceramiche che colorano le tavole dei ristoranti, degli agriturismi, e delle case in Sardegna?
Un po’ di storia
Sapevate che la lavorazione di questo pregiato materiale è antichissima? Alcuni dei nostri musei hanno reperti che risalgono a 5000 anni fa! Dagli artigiani nuragici, passando per quelli punici, fino ai romani, ogni epoca ha la “sua” ceramica.
Ancora oggi la passione per questo tipo di lavorazione sopravvive grazie alle botteghe di artigiani locali, che continuano a produrre splendide ed uniche (sì, perché la lavorazione a mano fa sì che non esista una ceramica uguale all’altra!) creazioni,
ispirate soprattutto alla fauna locale.
Innumerevoli sono le tipologie di “ceramiche”: prime tra tutti i famosi piatti di varie forme e dimensioni, senza dimenticare però le brocche per l’acqua, i vasi per la conservazione degli alimenti, le lampade ed altri complementi d’arredo.
Vari sono i paesi che possono dire di avere una lunga tradizione nella ceramica (Oristano, Siniscola, Pabillonis per citarne alcuni) ma è soprattutto la zona di Cagliari, ed in particolare Assemini, ad avere la più alta concentrazione di artisti ceramisti.
Ogni zona ha la sua colorazione e verniciatura caratteristica: Cagliari si distingue per le maioliche bianche, così come Cabras e Sassari; ad Assemini, Siniscola, Oristano e Dorgali governa invece il verde ed il giallo.
Pacini e la Ceramica
Anche la storia del Liquorificio Pacini è legata all’antica arte della ceramica, in particolar modo a quella dei maestri ceramisti Fabio e Stelio Mola.
Nei primi anni del 1950, la lungimiranza e il carattere un po’ visionario di Bruno Pacini, unita all’abilità dei Fratelli Mola ha dato vita ad un sodalizio perfetto che ha portato alla realizzazione di bottiglie mai viste prima: non più semplici bottiglie cilindriche di vetro, ma ceramiche a forma di Nuraghe, Cinghiali e coppie in costume sardo contenenti il liquore Gennargentu Pacini.
Ecco a voi una galleria delle ceramiche realizzate per i nostri Liquori… a voi la scelta
(collezione privata di Mario Pacini)
Come avviene la Lavorazione?
La lavorazione, che riprende un serie di forme e modelli che derivano dalla dominazione spagnola, inizia in genere dalla terracotta, soprattutto per via della grande disponibilità di argilla che abbiamo nell’isola.
Il tipo di argilla determina il risultato: a differenti caratteristiche dell’argilla corrispondono diverse qualità e caratteristiche del manufatto finale.
Le tecniche di lavorazione sono sostanzialmente due: modellazione a tornio e modellazione a stampo.
La modellazione a tornio è utilizzata solitamente per il vasellame; il tornio è formato da un piatto girevole al quale viene impressa una certa velocità attraverso un pedale (come in antichità), oppure tramite un motorino regolato da reostato. Al centro del piatto girevole viene posta una certa quantità di argilla che viene modellata con le mani o con altri strumenti, sfruttando al rotazione del tornio. A meno che non siate super esperti, sempre meglio essere sicuri della quantità di argilla che vi serve… è infatti complicatissimo aggiungerne dell’altra in seguito!
Nella modellazione a stampo si prepara preliminarmente uno stampo in gesso con la forma che si vuole realizzare, dopodichè vi si versa all’interno l’argilla liquida (detta anche collaggio). Quado l’oggetto assume uno spessore sufficiente, e il gesso ha assorbito l’acqua del colo, si elimina il collaggio superfluo e si passa all’asciugatura. Una volta asciutto, l’oggetto verrà messo in forno per la prima cottura.
Particolarmente importante è la fase dell’essicazione, che è comune a tutte le tipologie di modellazione. Un’essicazione omogena è garanzia di durevolezza dell’oggetto, in caso contrario potrebbero crearsi delle deformazioni.
L’essicazione fa sì che l’oggetto perda la sua umidità e la sua plasticità, conferendogli la forma definitiva.
Arriviamo al cosiddetto stadio della durezza del cuoio, momento in cui l’oggetto non ha perso del tutto la sua plasticità e dunque può essere inciso creando le decorazioni scelte; è anche il momento della verniciatura, l’ultima fase prima della cottura.
In passato la cottura veniva eseguita all’interno di forni a legna, oggi abbandonati per via dell’alto rischio e dei lunghi tempi di cottura; oggi si preferisce usare forni elettrici o a gas.
Terminata la prima cottura si può passare alla stesura di materiali coloranti e polveri di cristallo per rendere splendenti i manufatti finali.
Si passa all’ultima cottura… e poi alle nostre case